Chiacchierare con Salvatore Striano

Reggio Calabria. Nella serata di giovedì 15 marzo, gli "Impertinenti" di Stanza 101 hanno avuto il piacere di ospitare Salvatore Striano, un camorrista che, nell'esperienza carceraria durata dieci anni, ha maturato la consapevole determinazione che lo ha portato ad abbandonare la vita delinquenziale dedicandosi alla cultura ed alla recitazione.
Tra presenti all'evento, oltre al gruppo di "RedAzione", anche gli altri volontari dell'Associazione Evelita, tanti giovani che hanno avuto occasione per un confronto aperto con l'Attore.
La "Chiacchierata Impertinente", condotta da Giuseppe D'Agostino e dagli altri impertinenti di Stanza10, ha appassionato e coinvolto i presenti che, sensibili alla storia di Sasà ed alle sue idee finalizzate alla lotta vera e non di facciata contro le mafie, si sono sbizzarriti con domande partecipando ed alimentando così il libero confronto con l'attore.

Sasà, un ex camorrista dissociatosi durante la detenzione in carcere grazie all'incontro con la cultura ed il teatro; con la sofferenza di chi ne ha vissuto l'amara esperienza, ha spiegato che cadere nelle mani delle Mafie è semplice, perché "le porte dello Stato sono sempre chiuse, a differenza delle porte delle Mafie che sono sempre aperte, anzi spalancate" e pronte ad accogliere chiunque si voglia avvicinare. Cadere in questo tranello, specie da ragazzi, è spesso facile poiché la sete di potere, il desiderio di affermazione e il poter intraprendere una vita "agiata" sono motivi molto appetibili per coloro che si avvicinano alla devianza criminale per poi non uscirne più. L'attore ha anche spiegato che bisognerebbe aiutare chi, specie dentro le carceri, intende dissociarsi pentendosi realmente dei reati commessi, creando ancor più esempi positivi che sono presenti nella società, generando così quel contagio positivo verso i ragazzi che rifugeranno o abbandoneranno quel percorso di vita. Una proposta potrebbe essere legata alla creazione di biblioteche all'interno delle case circondariali per permettere ai detenuti di leggere e acculturarsi e realizzare corsi di musica, teatro e arti varie che possano permettere loro di abbandonare definitivamente la vita precedente e gettarsi in nuove avventure più sane, esattamente come è accaduto a Salvatore Striano.

L'obiettivo dovrebbe essere quello di rieducare i carcerati e di non abbandonarli al loro destino, perché un detenuto abbandonato dal suo Stato è più propenso a tornare all'interno di quel percorso marcio da cui dovrebbe uscire. Bisognerebbe applicare la legge italiana, che prevede la rieducazione dei detenuti nella realtà dei fatti e con metodi incisivi, non solamente riempendosi la bocca di belle parole, e la cultura potrebbe essere un'arma potentissima affinché ciò possa succedere.
Un altro modo per poter combattere le organizzazioni di stampo mafioso, secondo Sasà, dovrebbe arrivare dalle scuole e dai professori che dovrebbero coinvolgere i ragazzi ad appassionarsi all'arte e alla cultura mostrandogli che è "più figa" della vita da delinquente che, alla lunga, porterà solo ansie, dolori e privazioni.
La chiacchierata, che ha superato abbondantemente l'ora programmata, ha messo in risalto, grazie alle parole dell'attore, l'attività fondamentale del Volontariato e delle Associazioni, le quali molte volte svolgono meglio il compito di affiancare i piccoli durante la loro crescita, compito che dovrebbe essere lo Stato stesso a garantire. Per questo motivo Sasà prima di congedarsi ha voluto lasciare un messaggio ai giovani dicendo: "Fate Volontariato, perché è bello e dà la possibilità di aiutare gli altri, ma soprattutto se stessi".
Il bellissimo evento promosso dal "Cenacolo Impertinente STANZA 101" ha coinvolto ed appassionato l'attore, che nonostante avesse un impegno si è voluto trattenere e chiacchierare con i presenti il più a lungo possibile. Nel congedarsi ha salutato e ringraziato tutti sollecitando ancora una volta i presenti con i suoi messaggi di positività.
RedAttore Solidale